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Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

dal 1764 voce illuminista a Milano

22 apr 2011

Contrabbando lavoratori per i tedeschi Promised Land

sono trafficanti di esseri umani moderni,  rifornivano il mercato tedesco con i lavoratori 
 dalla Bulgaria, potevono aspettarsi di guadagnare tre euro l'ora e dormire in un 
 seminterrato. 
Un viaggio con i lavoratori a giornata che vede la Germania come terra del latte 
 e miele. 

 http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,758177,00.html#ref=nlint 


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16 apr 2011

Federconsumatori Lombardia - Convegno sul Trasporto Pubblico Locale



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13 apr 2011

amianto

AGENPARL) - Roma, 13 apr - "Dal 1907 al 1986 a Casale Monferrato ha operato la multinazionale Eternit, specializzata nella produzione di prodotti in cemento amianto per l'edilizia". Come si legge dalla nota dell'Idv . "L'esposizione alle fibre aerodisperse dell'asbesto (amianto) provoca, oltre all'asbestosi, diverse tipologie tumorali fra le quali la più frequente é il mesotelioma pleurico, privo di cura, la cui incubazione può variare dai 15 ai 45 anni. L'amianto é stato utilizzato nella fabbricazione di materiali isolanti, nella sostituzione di freni e frizioni, per alcune plastiche rinforzate e vernici, nei prodotti di cemento amianto per l'edilizia (condutture dell'acqua, tetti, canne fumarie): solo nella città di Casale oggi si stimano ancora 800.000 metri quadri di coperture da bonificare. Il maxi processo eternit di Torino riprenderà il prossimo 14 giugno 2011. Il male d’amianto ha colpito migliaia di persone a Casale, a Cavagnolo, a Rubiera, a Bagnolo, tutti stabilimenti della società eternit". "Gli indagati sono accusati dalla procura di Torino di disastro doloso permanente ed omissione dolosa di misure anti infortunistiche. In Italia - continua la nota - l'impiego dell'amianto é stato messo fuorilegge solo nel 1992; a Casale Monferrato l'amianto, secondo l'indagine del Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello, ha già ucciso, ad oggi, 1.400 persone fra le quali 900 ex lavoratori dello stabilimento Eternit e 500 cittadini. Molte persone sono morte a Casale. Ancora oggi la bonifica del sito della ex fabbrica non è ancora conclusa. L’amianto è disseminato dappertutto. Nelle case come nelle scuole. Non esiste nessun “anagrafe” dei siti contenenti amianto". "Tutti gli imputati sono incensurati, tutti potranno beneficiare della prescrizione breve. I familiari e le vittime non avranno mai giustizia".
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9 apr 2011

I costi sociali dell’illegalità



Corruzione, mafie, evasione fiscale costano ad ogni cittadino 4 mila euro l'anno

Libera - L’illegalità è un costo sociale. La Corte dei Conti ha stimato in 60 miliardi all’anno il costo della corruzione in Italia. Sono mediamente 1.000 euro a testa. Si tratta di una vera e propria «tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini», così viene definita nella relazione della magistratura contabile. Oltre alla corruzione dobbiamo considerare la contabilità della più grande impresa italiana, che possiamo chiamare Mafie Holding, che secondo una stima della Confesercenti, riesce ad ottenere ricavi (non dichiarati, perché frutto di attività illecite come: pizzo, usura, furti, rapine, contraffazione, contrabbando, narcotraffico, ecc.) per oltre 130 miliardi di euro, con un utile di circa 70 miliardi (ovviamente esentasse).

C’è poi la seconda azienda italiana, denominata Mafie SpA, cioè il ramo commerciale della prima azienda, che ha un fatturato superiore ai 90 miliardi di euro. Insomma la Holding finanzia e investe nella società commerciale, che compra immobili e rileva attività economiche. Non è difficile pronosticare che il fatturato della seconda azienda presto raggiungerà quello della prima, consolidando così il patrimonio economico attraverso attività legali, che non hanno nemmeno la necessità di avere utili (e quindi di pagare tasse). Infine, abbiamo l’evasione fiscale, che secondo i dati forniti dalla Guardia di Finanza, è in aumento.

Ad esempio gli scontrini fiscali non emessi sono passati dal 25% del 2009 al 29% del 2010. Questa elusione fiscale provoca un mancato gettito al fisco, stimato dalla Confindustria in 125 miliardi (altre fonti indicano addirittura cifre tra i 150 e il 160 miliardi di euro). Con qualche semplice calcolo possiamo constatare come l’illegalità (corruzione, guadagni illeciti, ricavi non tassati) costi alla “comunità Italia” almeno 250 miliardi di euro annui, cioè oltre 4.000 euro pro capite. Con questi soldi potremmo azzerare il debito pubblico (quasi 1.900 miliardi di euro) in 7/8 anni. O dimezzare le tasse: basti considerare che il gettito totale nel 2010 è stato di 403 miliardi di euro. Per delineare un’efficace azione di contrasto all’illegalità economica e soprattutto all’evasione fiscale, dobbiamo ripartire dall’art. 53 della nostra Costituzione: «Tutti concorrono alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».

Ma che cos’è la «capacità contributiva»? Se ad esempio una persona ha uno stipendio mensile di 1.200 euro e ogni mese per vivere spende mediamente 1.200 euro (per alimenti, affitto, acqua, gas, elettricità), dobbiamo dedurne che la sua capacità contributiva per le spese pubbliche è pari a zero. Quindi, dovrebbe pagare zero euro di tasse. Se invece un altro cittadino italiano ha un reddito di 3.000 euro mensili e spende mediamente 1.500 euro per vivere, dovrebbe pagare le tasse sulla base della sua reale capacità contributiva, cioè sui 1.500 euro residui. «Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte» (Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa).

L’attuale sistema fiscale italiano è sbagliato dalle fondamenta. Anziché tassare la «capacità contributiva» di ogni persona o famiglia, tassa le entrate, indipendentemente dalle uscite. Con eccezioni poco significative (le deduzioni) e abbastanza inique (le detrazioni, che sono forfetarie o calcolate in percentuali uguali per tutti). Infatti poche sono le spese che vengono considerate deducibili o almeno parzialmente detraibili dal reddito. Di conseguenza, i due ipotetici cittadini in sostanza pagano le tasse rispettivamente sulla base dei 1.200 e 3.000 euro che incassano. Sui ricavi anziché sui guadagni. Invece, se il fisco consentisse alle persone fisiche di dedurre o almeno detrarre con percentuali elevate (maggiori per le spese più necessarie e minori per quelle superflue) tutte le spese effettivamente sostenute, le tasse verrebbero pagate sull’effettiva capacità contributiva di ciascun contribuente.
FONTE:http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14334


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